La
nostra prima sentenza!!
IN DATA 12 MARZO PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA, ABBIAMO FINALMENTE AVUTO UNA PRIMA SENTENZA...DOPO
TANTO LOTTARE!
- In tale data il Giudice ha ritenuto il Caponi Diego colpevole di tutti i reati ascritti, condannando l'imputato
ad una pena di un anno e otto mesi di reclusione, con sospensione della patente per un anno ed altre pene accessorie!
- pur non essendo pienamente soddisfatta della sentenza, a mio avviso troppo blanda, questo piccolo atto di
giustizia (..la pena non è certo commensurata alla perdita subita!) mi ha dato un pò più di forza per poter andare avanti e continuare la lotta
e ha rafforzato la mia fede in Dio, che ha voluto concederci questo spiraglio di luce!
- attendiamo fiduciosi ulteriori possibili sviluppi in merito
La
Dinamica
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Questa è la storia di Maurizio Liberti, un ragazzo di 22 anni che a bordo della sua auto,
guidata dal suo collega di lavoro Cerbone Carmine, transitava l'infausto giorno
del 19 Ottobre 2008 alle ore 01:10, sulla via Cristoforo Colombo - Roma: Maurizio aveva
appena smontato dal suo turno di lavoro ed assieme al suo collega si apprestavano a trascorrere
qualche ora di meritato svago. Maurizio, ragazzo napoletano da sei mesi a Roma per lavoro,
aveva lasciato la casa materna per crearsi una sua indipendenza. Sogni e lecite
nobili aspirazioni di un ragazzo sano: l'auto usata comprata a rate, il risparmiare
per mettere su casa, viaggi e quant'altro....Insomma sicuramente un esponente
di quella gioventù costruttiva e positiva a cui affidare il futuro della nostra
società! Erano perfettamente sobri i due ragazzi quando a folle velocità sopraggiungeva
il Caponi Diego a bordo di un Audi6, che ignorando il semaforo rosso ed il relativo incrocio,
speronava l'auto dei ragazzi! Quel 19 Ottobre 2008 alle ore 01:10 tutti i sogni e
le aspettative del giovane Maurizio, terminavano di colpo, tra l'indifferenza generale
è stato lasciato morire sia dal collega...scappato via senza soccorrere Maurizio.
Il Caponi Diego, illeso, si fermava a 200mt dal luogo dell'impatto, ma solo per
telefonare...non al 118 o al 113...ma al suo avvocato ....come hanno confermato
altri ragazzi come Maurizio, testimoni oculari dell'accaduto!
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AGGIORNAMENTO: Finalmente dopo cinque anni di dura lotta, sono stati intesi i testimoni
oculari dal giudice, che ha fissato la nuova udienza in data 4/febbraio 2014 presso il Tribunale di Roma.
Questa udienza dovrebbe essere l'ultima, dopo di che il Giudice dovrà emettere la sentenza!
La
Mappa dell'incidente
Le
Inadempienze
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Non soddisfatto
Il Caponi Diego, si recava presso la stazione dei Vigili Urbani 13° Gruppo di Ostia
dichiarando che lui
era passato con il semaforo verde... Il tutto è agli atti
del processo...ma Maurizio non c'è più! Ci chiediamo: come mai la scena del crimine,
perchè di crimine si tratta ...a passare col rosso a folle velocità e senza prestare soccorso, è stata
"ripulita" dai signori Vigili Urbani...verso le due tre della stessa notte...senza
fare le foto di rito, senza chiamare la stradale, stendendo solo un rapportino! E SENZA EFFETTUARE IL TEST ALCOLEMICO e
QUELLO RELATIVO ALLE SOSTANZE STUPEFACENTI...ma aspetto ancor piu' grave ....
Senza
avvisare la famiglia, contattata alle 12 del giorno successivo! Al Il Caponi Diego
non fu' neanche sequestrata la patente: ci chiediamo come mai? Negligenza? o altro??
I soccorsi sono stati
celeri, penserete? Ma neanche questo è successo: Una prima ambulanza che transitava in zona,
non prestò il dovuto soccorso adducendo che non avevano il defibrillatore...MA CI CHIEDIAMO: "Perchè non l'hanno
tradotto al pronto soccorso? ". Chiamata una seconda ambulanza dai due ragazzi
testimoni oculari, i buoni samaritani della storia, l'ambulanza non è arrivata subito,
...almeno entro i trenta minuti nei quali i ragazzi si sono trattenuti sul luogo
...chiamando "codice rosso" per ben tre volte! Poi non sappiamo. Maurizio poteva
salvarsi ma è stato lasciato li in macchina da solo ferito! Finiva la sua vita
in ambulanza durante il tragitto
per l'ospedale Grassi! Il collega, che si trovava alla
guida della guida della macchina di Maurizio, successivamnte dichiarò il falso affermando
che egli non era alla guida dell'auto ma bensì era condotta da Maurizio! circostanza
poi smentita dall'evidenza dei fatti: basta osservare le fotografie dell'auto incidentata
dove il lato passeggeri è praticamente distrutto a causa dell'impatto, mentre il lato
guidatore è intatto! (vedi sezione foto...).
Le
Negligenze
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Aspetto da non sottovalutare è quello del
PM, che chiuse il caso "senza ombra di dubbio": Dott. Paolo Ferraro. Anche questo fa
parte del mistero!! La famiglia, sconvolta e nauserate, fece opposizione e la pratica
fu' affidata a nuovo Giudice, che resosi conto dell'accaduto, grazie anche ad una perizia
di parte prodotta dalla famiglia, condanno il Caponi Diego ascrivendogli il reato
di omicidio colposo coatto e poi ancora il Giudice delle indagini preliminari
lo rinvio' a giudizio. Inoltre sarebbe opportuno che il Giudice commutasse l'accusa
in omicidio stradale, alla luce della nuova norma del codice della strada,
che prevede tale reato. Nel fascicolo originario mancava: la cartella clinica,
l'esame autoptico e quant'altro fu quindi necessaria la perizia di parte che evidenziare
gli aspetti mancanti.
L'Assenza
delle istituzioni
-
La mamma di Maurizio, descrive con queste parole l'accadimento:
"Ho svolto da sola le indagini, mi hanno portato alla scoperta di tremende verità,
quello che NON hanno voluto scoprire i Vigili: mio figlio quella notte aveva tutti i documenti con se,
...non hanno chiamato, perchè?...altrimenti la verita di come erano andate realmente
le cose si sarebbe scoperta subito! Allora hanno cercato di depistare le indagini
...non capisco come riescano a vivere certe persone! Se i Vigili avessero fatto il verbale al Caponi e quindi contestato
subito il reato, avrebbero anche potuto/dovuto ritirargli subito la patente e arrestarlo in flagranza di reato:
<< la cui disciplina legislativa è prevista dal Titolo VI del Libro V del codice procedura penale.
Sono messi in atto dai soggetti autorizzati dal codice e solo in particolari condizioni di necessità ed urgenza.
L'arresto in flagranza e il fermo di indiziato delitto trovano le proprie basi costituzionali nell'art. 13 Cost.,
il quale dopo avere sancito il carattere di inviolabilità della li |